L'Editoriale di Alberto Cerruti |
Le ragioni di Maldini, i torti di Rangnick, le gaffes di Scaroni e i silenzi di Gazidis: benvenuti al circo Milan!
Purtroppo non si gioca e così le parole valgono doppio, come i gol in trasferta nelle coppe. Con la differenza che con le parole non si vince nulla, anzi spesso si perde. E questo è proprio il caso del Milan, diventato un povero Diavolo, in campo e soprattutto fuori. Un Diavolo che però non fa paura a nessuno, anzi diverte chi non tifa per Romagnoli e compagni, perché il Milan è sempre più simile a un circo in cui si alternano acrobati di ogni genere, con o peggio senza rete. Il tempo, sempre galantuomo, ha già dato ragione prima a Gattuso, che se ne è andato avendo capito che cosa lo avrebbe aspettato, e poi a Boban che invece è stato esonerato, dopo essere giunto alle stesse, ma pubbliche, conclusioni dell’ex allenatore. E tra non molto il tempo darà ragione anche a Maldini, che ha opportunamente suggerito a Rangnick di imparare il rispetto prima della lingua italiana. Il minimo, dopo aver letto le ennesime dichiarazioni del sostituto designato di Pioli, che continua a parlare dei suoi contatti con il Milan e dei relativi progetti. Il problema, infatti, non è la scelta di un nuovo allenatore, anche se in arrivo da un altro Paese e senza un grande curriculum, malgrado la non più giovane età. Mai, però, nella storia recente del Milan, che ha già cambiato nove allenatori dopo Allegri con cui vinse l’ultimo scudetto, chi era stato contattato per guidare i rossoneri aveva parlato così tanto dei suoi contatti e delle sue idee. Una grave mancanza di rispetto nei confronti di Pioli che sta lavorando, tra l’altro in condizioni mai viste prima. Inutile parlare di stile, perché l’errore di Rangnick è troppo evidente e ancora meno comprensibile, pensando ai silenzi tanto cari all’amministratore delegato Gazidis che lo ha scelto. E così Rangnick che dovrebbe tacere, parla, anzi straparla. Gazidis, o meglio ancora uno dei due rappresentanti del fondo Elliott, mister Singer padre e/o figlio che invece dovrebbero parlare e spiegare, continuano a tacere. Un altro che come Rangnick non tace è Scaroni, che in comune con Berlusconi ha soltanto la rima nel cognome, non certo il ruolo perché presidente lo è unicamente per l’etichetta. Quanto basta, comunque, per assegnargli un ruolo di rappresentanza, con le evidenti conseguenze. Ma proprio per questo la cosiddetta “proprietà” dovrebbe riflettere sulla sua collezione di gaffes, l’ultima delle quali tanto clamorosa quanto sgradevole visto l’argomento. Perché Scaroni non può dire testualmente: “Al Milan abbiamo qualche giocatore contagiato in via di guarigione, ma Maldini, sia il padre sia il figlio, ora stanno bene”, venendo poi smentito da un comunicato della società, che lui dovrebbe guidare, con un testo tanto chiaro quanto duro in cui si diceva che non erano stati riscontrati casi di positivi tra i tesserati. Punto e a capo, verrebbe voglia di dire. Ma non finisce qui, perché il circo Milan è già oltre la fase 2 e quindi prepariamoci ai prossimi spettacoli. Purtroppo non in campo.